lunedì 17 febbraio 2025
Sea Watch, Sea Eye e Mediterranea insieme sulla nave di soccorso Sea Eye 4 lungo la rotta del Mediterraneo centrale. «È la migliore risposta della società civile»
La nave Sea Eye in navigazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale

La nave Sea Eye in navigazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale

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In questi giorni il team di Sea-Watch è, insieme a quella di Sea-Eye e a quella di Mediterranea Saving Humans, a bordo della nave Sea-Eye 4 per una missione nel Mediterraneo centrale. “La società civile, unita, risponde ancora una volta alla criminalizzazione con l’operatività e con il soccorso”. “Mentre la nostra nave Mare Jonio entra in cantiere nel porto di Napoli per lavori di manutenzione, questo è il nostro modo per essere comunque presenti e attivi nel Mediterraneo centrale.” dichiara Laura Marmorale, presidente di Mediterranea. “È assai significativo che proprio nel momento in cui la solidarietà è sotto attacco - nel caso Paragon addirittura con l’impiego di sofisticati sistemi di spionaggio - sia salpata una missione che vede unite le forze di diverse organizzazioni della Flotta Civile. È la migliore risposta della società civile europea alle campagne di odio che ammorbano l’aria: cooperiamo per tornare a soccorrere, insieme, vite umane in mare.”

Si tratta in tutto di 29 membri dell'equipaggio, di cui più della metà della Ong Sea Watch. "La nave è partita ieri dalla Spagna e in queste ore si trova davanti alla Sicilia. Contiamo entro metà settimana di essere nella zona di soccorso lungo la rotta percorsa dalle imbarcazioni che partono dalla Tunisia e dalla Libia" informa un portavoce di Sea Watch.

Dossier Alarm Phone: la guerra in mare di Libia e Tunisia

Intercettazioni di massa per riportare indietro centinaia, migliaia di persone che in mare tentavano di fuggire da torture, guerre e miseria. Autorità libiche e tunisine hanno dispiegato mezzi e maniere forti, tante volte violente, secondo le testimonianze di migranti e delle organizzazioni umanitarie, per neutralizzare gli arrivi in Europa, "in forza di accordi precisi". Nella seconda metà del 2024, Alarm Phone é stata avvisata riguardo a 482 imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Nell'intero 2024 si é fatta carico di 803 casi in questa area Nel complesso, gli arrivi in Europa attraverso la Libia e la Tunisia sono diminuiti nel 2024, passando da circa 157.600 persone nel 2023 a circa 66.600 persone. Molti hanno tentato di attraversare il mare, ma non ci sono riusciti: "Cio' e' dovuto anche alle intercettazioni di massa effettuate dalle autorità libiche e tunisine che ricevono un supporto continuo dall'Europa". Secondo l'Oim, 21.762 persone sono state intercettate in mare e riportate forzatamente in Libia. Secondo una stima del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), tra 60 mila e 80 mila persone sono state intercettate in mare dalle autorità tunisine e riportate li', spesso per essere costrette a dirigersi nel deserto in Algeria o in Libia. Le stime dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni, parlano di 1.700 morti e sparizioni nel Mediterraneo centrale nel 2024. Cifre che si stimano in difetto. "Nonostante il continuo assalto alla solidarietà in mare - afferma Alarm Phone - gli attori della flotta civile sono rimasti resilienti ed efficaci nell'ultimo anno”. Secondo il Civil Maritime Rescue Coordination Centre, di cui Alarm Phone é membro, nel 2024 la flotta civile ha salvato 12.410 persone.



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