
La nave Sea Eye in navigazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale
In questi giorni il team di Sea-Watch è, insieme a quella di Sea-Eye e a quella di Mediterranea Saving Humans, a bordo della nave Sea-Eye 4 per una missione nel Mediterraneo centrale. “La società civile, unita, risponde ancora una volta alla criminalizzazione con l’operatività e con il soccorso”. “Mentre la nostra nave Mare Jonio entra in cantiere nel porto di Napoli per lavori di manutenzione, questo è il nostro modo per essere comunque presenti e attivi nel Mediterraneo centrale.” dichiara Laura Marmorale, presidente di Mediterranea. “È assai significativo che proprio nel momento in cui la solidarietà è sotto attacco - nel caso Paragon addirittura con l’impiego di sofisticati sistemi di spionaggio - sia salpata una missione che vede unite le forze di diverse organizzazioni della Flotta Civile. È la migliore risposta della società civile europea alle campagne di odio che ammorbano l’aria: cooperiamo per tornare a soccorrere, insieme, vite umane in mare.”
Si tratta in tutto di 29 membri dell'equipaggio, di cui più della metà della Ong Sea Watch. "La nave è partita ieri dalla Spagna e in queste ore si trova davanti alla Sicilia. Contiamo entro metà settimana di essere nella zona di soccorso lungo la rotta percorsa dalle imbarcazioni che partono dalla Tunisia e dalla Libia" informa un portavoce di Sea Watch.
Dossier Alarm Phone: la guerra in mare di Libia e Tunisia
Intercettazioni di massa per riportare indietro centinaia, migliaia di persone che in mare tentavano di fuggire da torture, guerre e miseria. Autorità libiche e tunisine hanno dispiegato mezzi e maniere forti, tante volte violente, secondo le testimonianze di migranti e delle organizzazioni umanitarie, per neutralizzare gli arrivi in Europa, "in forza di accordi precisi". Nella seconda metà del 2024, Alarm Phone é stata avvisata riguardo a 482 imbarcazioni in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Nell'intero 2024 si é fatta carico di 803 casi in questa area Nel complesso, gli arrivi in Europa attraverso la Libia e la Tunisia sono diminuiti nel 2024, passando da circa 157.600 persone nel 2023 a circa 66.600 persone. Molti hanno tentato di attraversare il mare, ma non ci sono riusciti: "Cio' e' dovuto anche alle intercettazioni di massa effettuate dalle autorità libiche e tunisine che ricevono un supporto continuo dall'Europa". Secondo l'Oim, 21.762 persone sono state intercettate in mare e riportate forzatamente in Libia. Secondo una stima del Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), tra 60 mila e 80 mila persone sono state intercettate in mare dalle autorità tunisine e riportate li', spesso per essere costrette a dirigersi nel deserto in Algeria o in Libia. Le stime dell'Organizzazione internazionale delle migrazioni, parlano di 1.700 morti e sparizioni nel Mediterraneo centrale nel 2024. Cifre che si stimano in difetto. "Nonostante il continuo assalto alla solidarietà in mare - afferma Alarm Phone - gli attori della flotta civile sono rimasti resilienti ed efficaci nell'ultimo anno”. Secondo il Civil Maritime Rescue Coordination Centre, di cui Alarm Phone é membro, nel 2024 la flotta civile ha salvato 12.410 persone.