«Non avrò lo spessore culturale di Émile Zola, ma mentre timbro per l’ultima volta il cartellino nell’ospedale in cui ho passato gli ultimi due anni e mezzo della mia vita, mentre maturo la consapevolezza di essere arrivata allo sfinimento, al punto da decidere di lasciare il lavoro per cui studio da 33 anni, e per cui penso di essere nata, il mio ikigai, in questo momento sento la rabbia e la tr…